Santuario della Madonna della Misericordia

Il Santuario di Gallivaggio, detto “Santuario della Madonna della Misericordia” è considerato il centro spirituale della Valchiavenna. Situato a 800 mt. di altezza il Santuario è raggiungibile dalla Strada Statale dello Spluga, pochi chilometri oltre il centro abitato di S.Giacomo Filippo.

Era mercoledì 10 ottobre 1492 quando di buon mattino due ragazzine dei vicini villaggi di Vho e Lirone si incamminarono verso la rupestre gola di Gallivaggio per raccogliere delle castagne. Quando le “gerle” furono riempite le due giovinette vennero accecate da una folgorante luce, più forte del sole che stava avvolgendo tutta la montagna.

Le fanciulle si strinsero impaurite e tremanti mentre nel mezzo della luce videro una “signora” dal comportamento regale. Un velo candido le avvolgeva il capo e le copriva le spalle ed uno stuolo di angeli le facevano corona. “Che fate giovinette mie?” chiese Maria. La più grandicella che risponde: “Siamo qui a raccogliere castagne”. “Ma ne trovate a sufficienza?”. ”Ne abbiamo a sufficienza per grazia di Dio e della Beata Vergine”. E la risposta fu: “Sono io la Vergine Maria!”. Di colpo le ragazze si misero in ginocchio e con le mani giunte risposero: “Nostra Signora, come mai siete venuta in un posto così selvaggio?”. “Io vado in ogni luogo per la conversione dei peccatori”. “Annunciate che, se i peccatori non si convertiranno e non osserveranno meglio i giorni festivi, stiano certi che la punizione di mio Figlio, loro Signore, arriverà presto. Dite ancora che, secondo la consuetudine dei miei devoti, per ossequio a me e mio Figlio, inizino a osservare il giorno festivo dalle 15 di ogni sabato. Così infatti mio Figlio e Signore vostro prenderà motivo di accogliere ancor più le mie suppliche per voi ed io non mi stancherò di pregare con maggior ardore per voi peccatori”. Ed accompagnata dal canto degli angeli si congedò. Termina qui questo confidenziale e sconvolgente colloquio e che le ragazzine raccontarono a casa e al parroco che rientrava dalla chiesa dopo la recita comunitaria del Rosario, colloquio trascritto e custodito gelosamente nel Santuario. Tutta la popolazione si radunò per tre giorni in preghiera alla Madonna per questo “miracolo” ed iniziarono a costruire sul posto una “cappella” in legno che durerà circa 20 anni, sostituita poi da una cappella in muratura fin quando nel 1598 iniziarono i lavori della basilica, consacrata solennemente dal Vescovo diocesano di Como, mons. Filippo Archinti, nel 1615. Nel 1728 iniziarono i lavori per la costruzione del campanile, alto 52 metri, terminato nel 1731. Dal giorno dell’apparizione, il luogo è rimasto pervaso di una fede profonda.

Il fascino del Santuario per la sua superba posizione, incuneato in un anfiteatro alpino di selvaggia bellezza, con i ciclopici massi che fanno da corona, attira ancora oggi tantissimi devoti che lo possono raggiungere comodamente con ogni mezzo ed è commovente leggere le “testimonianze” di fede, di preghiere, di grazie, di “vere” petizioni alla Madre della Misericordia, lasciate scritte di pugno sul registro conservato accanto a quel “sacro masso” sul quale apparve Maria e che parla ancora.

Frana in Valchiavenna: l’ora della Madre
Mons Oscar Cantoni, vescovo di Como

È ancora forte l’emozione ripensando a quanto accaduto in Valchiavenna nel pomeriggio del 29 maggio scorso, quando un’imponente frana ha investito Gallivaggio (So), frazione del comune di San Giacomo Filippo, in Valle Spluga. A dispetto della portata dell’evento – che ha riguardato una massa compresa tra i 6 e i 10 mila metri cubi di roccia – il santuario mariano sottostante alla montagna franata è rimasto intatto, così come il campanile

Adesso che tutti noi abbiamo tirato un profondo sospiro di sollievo perché i seimila metri cubi di massa rocciosa, caduti martedì 29 maggio, non hanno intaccato il santuario di Gallivaggio, possiamo ammettere che ogni persona di buon senso poteva temere che il pericolo di una deflagrazione del campanile di Gallivaggio, e soprattutto dell’intero santuario, fosse inevitabile, cancellando così improvvisamente in Val Chiavenna secoli di storia e di devozione mariana.

Grande è stato lo stupore di un geologo, incaricato di sorvegliare il progressivo smottamento, quando ha rilevato che “la massa rocciosa dopo il distacco ha deviato rispetto alla direttrice del santuario, poi la massa si è sbriciolata precipitando e quindi non sono caduti sassi di grosse dimensioni”. La scienza e la tecnica si ferma naturalmente qui, si limita a constatare il fatto, alcuni forse pensano ancora che ciò che è capitato sia una pura casualità e non sanno andare oltre.

Come credenti, abbiamo il diritto di affermare, senza timidezza alcuna, che una mano provvidenziale, quella di Maria, è intervenuta a tutela e a difesa del santuario, come già è capitato nei tempi passati, dando un ulteriore segnale di vicinanza, di benevolenza e di affezione nei nostri confronti.

A Gallivaggio Maria è di casa già fin dal lontano 1492 e qui esercita la sua maternità verso i discepoli del suo Figlio, soprattutto veglia, protegge e conforta gli amati abitanti della Val Chiavenna, i primi a sperimentare Maria come madre della Misericordia.
A noi è data la felice possibilità di comprendere una volta in più cosa significhi per Maria essere madre.
Attribuire a Maria il termine Madre significa riconoscere la sua vicinanza, l’ interesse e la tutela dei suoi figli; esprime la compassione e la tenerezza nei confronti di quanti accolgono la sua protezione; manifesta la premura e il sostegno di Maria nell’ora della prova.

La prima reazione da suscitare nel popolo di Dio, al di là dello stupore per l’accaduto, è quindi quello di un vivo, corale ringraziamento.

Solo chi si sente figlio amato e ha avvertito l’intervento materno di Maria può esultare di gioia e lodare il Signore attraverso di lei. È il grazie che prorompe, come da sorgente fresca, dal cuore del popolo di Dio, un grazie che dice riconoscenza per la fedeltà di Dio Trinità, che vuole condurre il cuore degli uomini a sperimentare la sua infinita misericordia, attraverso l’intercessione di Maria.
La gratitudine del popolo di Dio deve però tradursi in un rinnovato impegno di conversione. Questo avvenimento così clamoroso, che ha salvato il nostro santuario di Gallivaggio, documento prezioso della fede dei nostri padri, non può lasciarci come prima, come se nulla fosse successo!

Alla provata premura materna di Maria deve perciò corrispondere un rinnovato impegno di fedeltà al Vangelo del Figlio suo, nella consapevolezza che a chi più è stata usata misericordia, più deve sentirsi impegnato a trasmettere misericordia, nelle forme che a ciascuno sarà più conveniente trovare.

Mi preme sottolineare anche un’altra prospettiva, che ho già richiamato nell’incontro penitenziale a Chiavenna, sabato 28 aprile, durante il quale abbiamo chiesto a Maria di essere da Lei accompagnati in questo tempo di dolore. I massi che precipitano e che tentano di rovinare il santuario sono il segno dell’antica lotta del maligno contro le forze miti del bene, una lotta che sembra acutizzarsi in questi tempi e che mette a dura prova la fede dei credenti in Dio. L’azione di Dio accompagna e sostiene gli amici del Signore, che nonostante la fragilità e le debolezze , sono tuttavia preservati dal male che irrompe prepotentemente nella storia e che tuttavia è bloccato e vinto dall’intervento misericordioso di Dio.

Camminiamo dunque insieme, pieni di fiducia e con speranza. Il Cristo risorto è il Signore del mondo e della storia e Maria, sua e nostra Madre, ci è sempre vicina come baluardo sicuro di difesa, di protezione e di conforto.

 

Il Settimanale della Diocesi

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