Santa Teresa e l’operato di Dio

Lo spaventoso tsunami che nel 2004 devastò le coste asiatiche arrivò a lambire le coste dell’India coinvolgendo anche il grande santuario cattolico di Vailankanni, dedicato alla Madonna e frequentato pure da indù e musulmani alla ricerca di grazie. Il mare raggiunse l’edificio e lo oltrepassò per oltre cinquecento metri. Ma neanche una goccia d’acqua vi entrò, lasciando indenni –e stupefatti- tutti quelli che vi si erano rifugiati.

L’anno scorso, a Madrid, l’estate eccezionalmente torrida favorì un incendio in una scuola militare. Le fiamme devastarono tutto e incenerirono il grande giardino. Ma lasciarono intatta la statua della Madonna che vi sorgeva, e pure i fiori delle aiuole intorno ad essa per un raggio di alcuni metri. Le foto su internet sono impressionanti e commossero tutti i soldati della base. Abbiamo visto tutti la statua della Madonna rimasta in piedi dopo il recentissimo terremoto nelle Marche. Nel precedente terremoto in Sudamerica si salvò, nella distruzione generale, non solo statua della Vergine ma anche la teca di cristallo che la conteneva.

Cose del genere sono accadute in moltissime catastrofi naturali, anche in alcune artificiali come le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki: cappelle mariane rimaste intatte, gesuiti intenti a dire il rosario salvi e senza danni da radiazioni (perfino un professore universitario giapponese, poi fattosi battezzare: stava guardando con curiosità un’immagine della Madonna su un libro in una biblioteca pubblica quando tutto si incenerì in un attimo, tranne lui e l’immagine). Nel 1902 una spaventosa eruzione del vulcano Mont Pelée distrusse la Martinica francese e fece un numero incalcolabile di vittime. Però la statua della Madonna del Parto, nel locale santuario di Morne Rouge, non ebbe alcun danno.

Il cataclisma generò una profonda impressione in tutto il mondo, ma pochi ricordarono che nel 1891  la stessa statua era stata l’unica cosa rimasta in piedi dopo il ciclone caraibico che aveva spazzato la città di Morne Rouge. Quel santuario era particolarmente significativo per la storia di Francia, perché lì era stata battezzata nel 1763 l’imperatrice Josephine Beauharnais, moglie di Napoleone.

Potremmo continuare con gli esempi, ma sempre resterebbe la mezza ombra: sufficiente luce per chi vuol credere e altrettanta oscurità per chi ha deciso di no. Il terremoto e lo tsunami che nel 1755 distrussero Lisbona e provocarono centinaia di migliaia di morti fino alla costa africana suscitarono un’ondata di sdegno “filosofico” in molti dei pensatori dell’epoca, come Rousseau e Voltaire. L’”illuminato” marchese di Pombal, reggitore del Portogallo, ne colse l’occasione per espellere i gesuiti e costringere il Papa a scioglierli. Era il giorno di Ognissanti e i cattolicissimi portoghesi erano tutti nelle chiese. Che li seppellirono. Ciò per i philosophes costituiva la prova provata che Dio non esiste, o, se esiste, è un sadico.

Certo, talvolta neppure i santi sono indenni da sconcerto di fronte a cose del genere. Per esempio, due secoli prima, una spedizione militare condotta dal re portoghese Sebastiano era stata schiacciata dai musulmani in terra d’Africa, e santa Teresa d’Avila, che pur era una mistica, osò protestare con Gesù (col quale aveva frequenti colloqui). Si sentì rispondere che Lui aveva trovato quei crociati degni di comparire al Suo cospetto. La santa, capita l’antifona, da quel momento non provò più a chiedere a Dio conto del di Lui operato. In effetti, il credente sa che ci vuole fede. Cioè, fiducia. Anche quando tutto congiura per farla perdere.

Il non credente, invece, ha come orizzonte solo questa, di vita, perciò una Madonna che resta in piedi quando tutti, bambini compresi, sono caduti, per lui è solo espressione di egoismo da parte della Divinità, e indifferenza alle umane sorti. Per il credente, invece, è un segno ben preciso: questa vita non ha tutta l’importanza che noi le diamo, quella eterna è ben più importante e, anzi, la sola che veramente conta. Una Madonna  miracolosamente intatta è il segno inequivocabile che il Vangelo dice il vero, e che l’unica cosa che rimane in piedi in mezzo allo sfacelo è la Speranza (virtù teologale). L’alternativa è una sola: la disperazione. Che è l’unica cosa che rimane al non credente.

 

Rino Camilleri, Cosa dicono quelle Madonne “sopravvissute”, La nuova Bussola Quotidiana.

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