Antica preghiera a S. Teresina

«È con la più viva speranza di essere anch’io annoverato fra i molti privilegiati tuoi protetti, che in ginocchio dinnanzi la venerata tua effigie, o santa Teresa del Bambin Gesù, ti prego umilmente a volermi aiutare in questo bisogno col’impetrarmi dal Signore la grazia…
So che per i miei peccati merito piuttosto i divini castighi, ma deh! ti muova a compassione di me e, nonostante i miei demeriti, per quella confidenza e totale abbandono che avesti nell’amore misericordioso di Dio, cosi da meritare dalla Chiesa di essere a tutti proposta come modello d’infanzia spirituale, concedimi, te ne prego la grazia che desidero.
Hai promesso che avresti passato il tuo Cielo facendo del bene sulla terra: che avresti fatto cadere di là una pioggia di rose.
Fanne scendere dunque una anche su me, che spanda le sue foglioline sul cammino della mia vita come altrettante benedizioni celesti.
Ottienimi un sincero dolore del mio passato, rendi stabile il proposito che ho di ripararlo in avvenire col consacrare il restante dei miei giorni alla santificazione dell’anima mia e di quella del mio prossimo.
Da solo non sono capace a nulla, ma io spero che, scegliendo te, piccolo fiore di Gesù, come mia speciale mediatrice, abbia ad ottenere ciò che bramo ardentemente».

Cosi sia.
Pater, Ave, Gloria.

Concediamo 200 giorni di indulgenza a chi reciterà con fiducia la Preghiera soprascritta
Milano, 12 Giugno 1925

Eugenio Card. Tosi Arcivescovo

Posted in .