«Die ac nocte in lege Domini meditantes»
La nostra Regola affida al cuore orante di ogni carmelitana il dono e il compito di fare di tutto il proprio tempo un luogo d’incontro con Dio. La nostra vita è tutta volta ad assolvere in modo assiduo, serio e lieto, l’impegno di meditare notte e giorno la Parola, di scendere – con responsabilità- nella profondità e verità del nostro essere e lì sperimentare la forza e la soavità di una Voce di sottile silenzio ( cf 1 Re 19,12-13)) che viva, efficace ed operante, solleva il velo dagli occhi del cuore, consente di riconoscere la propria pochezza, dispone ad una adesione amorosa e piena alla volontà di Dio… apre all’intercessione, all’offerta, al dono di sé . Santa Teresa d’Avila definiva l’orazione: “un intimo rapporto di amicizia con Colui dal quale sappiamo di essere amati”; così tutta la nostra esistenza di carmelitane, qualunque sia la nostra occupazione, in qualunque momento della giornata, in qualsiasi angolo del monastero… si risolve in questa tensione amorosa, questa ricerca intima di Colui che ci ama, questo desiderio mai saziato di muoversi, esistere, essere in Lui, a partire e dentro il limite della nostra creaturalità, delle nostre fragilità, delle nostre malattie, delle nostre inconsistenze, della nostra superficialità, delle cadute, dei dubbi,… del nostro peccato. Perché cercassero Dio, se mai arrivino a trovarlo andando come a tentoni, benché non sia lontano da ciascuno di noi. In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come anche alcuni dei vostri poeti hanno detto: Poiché di lui stirpe noi siamo (Atti 17,27-28).
Così quando conosciamo l’ora del fervore, o l’ora del buio, l’entusiasmo di percepire e riconoscerci alla Sua presenza o l’aridità del nulla… la forza della comunione o il peso della convivenza…. la gioia della perseveranza o lo smacco della nostra infedeltà…. Così, in questa dialettica interiore, in questo combattimento spirituale, in questa tensione verso l’Assoluto, la preghiera, in tutti i suoi gradi, diviene lo spazio privilegiato per evolvere, maturare e fare della vita una dimora consapevole della Trinità, efficace nel segno della fede, della conformazione a Cristo, della compartecipazione alla sua redenzione. Preghiera vocale e del cuore…., comunitaria e personale, liturgica e di adorazione… purché l’intimo sia disposto al ricordo di Dio. Tutto si fa invocazione, richiesta di perdono, lode, ringraziamento. Come un lento, vigilante e costante esercizio di ascolto, la nostra giornata ci vede assidue ad una lettura approfondita della Scrittura, animate dal vivo desiderio di lasciarci toccare il cuore e averne impresso un segno incancellabile nella memoria, nel sentimento, nel linguaggio, nelle azioni. La sua frequentazione, poi, diviene scuola per imparare a comprendere le realtà alla maniera di Dio promotrice di una profonda e sincera trasformazione… una grande opportunità dio rinnovamento nella sensibilità, nel pensiero, nel linguaggio, nelle relazioni, nella vita… “L’uomo riesce ormai in tutto ciò che intraprende” (Sal 1,3). Così: in ascolto, sotto la potente influenza dell’Amore, con la volontà centrata sulla preghiera, ruminando e meditando la Parola, il cuore si rende sempre più pronto ad accettare qualsiasi orientamento dello Spirito santo.
Ti siano gradite le parole della mia bocca,
il meditare del mio cuore
davanti al tuo volto, Signore
mia roccia e mio redentore!
Beato l’uomo
che… si compiace nella legge del Signore
e medita la sua legge giorno e notte.
Parlerò dei tuoi consigli…
Io trovo la mia gioia nei tuoi comandi
Sì, li amo molto
tendo le mani ai tuoi comandi che amo
e medito sulle tue volontà. (Sal 119 46-48)
Il cuore mi bruciava nel petto
al ripensarci si infiammava ancor di più. (Sal 39,4)
Medita queste cose,
dedicati a esse interamente
perché tutti vedano il tuo progresso. (1Tm 4,15)
Monastero Janua Coeli