«L’anno che seguì la mia professione, cioè due mesi prima della morte di madre Genoveffa, ricevetti grandi grazie durante il ritiro. […] Il Buon Dio volendo dimostrarmi che era Lui solo il direttore della mia anima si servì proprio di quel padre che fu apprezzato soltanto da me… Allora avevo grandi prove interiori di ogni genere (fino a chiedermi talvolta se c’era un Cielo). Non mi sentivo portata a dire niente delle mie disposizioni interiori, non sapendo come esprimerle; appena entrata in confessionale, mi sentii dilatare l’anima. Dopo aver detto poche parole, fui capita in modo meraviglioso e perfino indovinata. La mia anima era come un libro nel quale il Padre leggeva meglio di me… Mi lanciò a vele spiegate sulle onde della fiducia e dell’amore che mi attiravano così fortemente ma sulle quali non osavo andare avanti… Mi disse che le mie mancanze non davano dispiacere al Buon Dio, che come suo rappresentante mi diceva da parte sua che Egli era contentissimo di me».
Teresa di Gesù Bambino, Storia di un’anima, Ms A, 227