In occasione del quinto centenario della morte del Beato Battista Spagnoli, detto “il Mantovano” (1447-1516), già Priore generale dei Carmelitani e residente anche presso il convento di San Felice del Benaco (Bs), il suo corpo incorrotto, è stato esposto presso il Santuario del Carmine dei Padri Carmelitani di San Felice del Benaco dal 1 Settembre al 16 Ottobre scorso.
Giovedì 20 ottobre l’urna, con la salma del Beato, è stata riportata nella Cattedrale di San Pietro, il Duomo di Mantova; ad accoglierla, tra gli altri, Monsignor Marco Busca Vescovo di Mantova, Monsignor Giancarlo Manzoli, Delegato Episcopale per la recognitio e traslatio del Beato per la diocesi di Mantova, la postulatrice per le cause dei Santi dell’Ordine Carmelitano e il Padre Priore del Carmelo di Mantova.
Il Beato Battista Spagnoli nacque a Mantova il 17 aprile del 1447 da padre di origine spagnola (da qui il cognome). Entrò tra i Carmelitani di Ferrara, professando i voti religiosi nel 1464. Maestro in teologia a Bologna (1475), svolse numerosi incarichi in vari conventi e per ben 6 volte ricoprì l’ufficio di Vicario Generale della sua Congregazione di riforma (detta mantovana) e sul finire della sua vita fu Priore Generale di tutto l’Ordine (1513-16).
La sua attività non si limitò alla famiglia religiosa. Nel 1513 fu invitato a partecipare al Concilio lateranense; e nel 1515 incaricato da Papa Leone X della missione diplomatica per comporre la pace tra il re di Francia e il duca di Milano. Si distinse essenzialmente nello spirito e nella finalità di denuncia della dilagante corruzione dei tempi, ed espresse la sua ansia riformatrice con felici spunti letterari e con un vibrante discorso nel 1489 nella basilica vaticana davanti al Papa e ai cardinali. Tutto ciò non lo distoglieva dalla vita interiore e dalla speciale devozione alla Madonna.
Fu amico di insigni umanisti e di illustri personaggi dell’epoca, ben figurando nel mondo della cultura. Proclamato da Erasmo il “Virgilio cristiano” (più di 50 mila sono i suoi versi latini, oltre le opere in prosa) è da ritenersi tra i migliori poeti del suo tempo; ciò è anche attestato dalle numerosissime edizioni dei suoi scritti. Morì a Mantova il 20 marzo 1516. Il corpo, incorrotto, si conserva nella chiesa cattedrale di quella città. Il culto di beato venne confermato da Leone XIII il 17 dicembre 1885. Se ne celebra la memoria il 17 aprile. La Chiesa lo ricorda il 20 marzo, mentre i Carmelitani Scalzi e la diocesi di Mantova ne fanno memoria il 17 aprile.