«Emotivamente mi trovo in un conflitto interiore insolubile. Mi sforzo sempre di capire inutilmente il ruolo degli esseri umani nella storia del mondo. Recentemente mi sono imbattuta nel versetto del vangelo di Luca: “Il Figlio dell’uomo se ne va, come è stato stabilito. Ma guai a quell’uomo per mezzo del quale egli è tradito” (Luca 22,22). Queste parole valgono per tutti? Noi causiamo gli eventi e ne siamo responsabili. Eppure non sappiamo quel che facciamo, né possiamo fermare il corso della storia anche se lo rifiutiamo. Certamente non è facile da capire. Inoltre, secondo me, la religione e la storia convergono sempre di più, e mi sembra che i cronisti medievali, i quali ritenevano che la storia del mondo fosse compresa tra il peccato originale e il giudizio universale, siano stati più saggi degli specialisti di oggi, i quali basandosi su fatti scientificamente provati hanno perso il senso della storia».
Edith Stein, Lettere a Roman Ingarden 1917-1938, Lev, 2001, 81.