La vita dei grandi fondatori di ordini religiosi generalmente è molto raccontata nei libri. Su quasi tutti si trovano biografie lunghe e brevi, da san Benedetto a san Francesco, da san Domenico a san Giovanni Bosco. Pochi altri sono stati trascurati, come lo spagnolo san Giovanni della Croce, vissuto dal 1542 al 1591. Riformatore, fondatore, santo, dottore della Chiesa e grande figura della storia religiosa del Cinquecento spagnolo. Forse perché su di lui ci sono pochi documenti, forse perché è una figura “misteriosa” secondo alcuni punti di vista. Eppure non ci sono dubbi: fu un grande santo, oggi dottore della Chiesa, un mistico, un fondatore e anche un influente poeta.
La sua vita inimitabile viene oggi raccontata per la prima volta in un libro che si legge come fosse un romanzo, appassionante; un libro che porta l’Italia all’avanguardia nelle biografie su Juan de Yepes, noto al mondo, per l’appunto, come Giovanni della Croce e che s’intitola, ispirandosi a una sua poesia, Benchè sia notte. Vita e Opera di San Giovanni della Croce (Ares, 480 pagine). Il libro, impreziosito dalla Prefazione di padre Antonio Maria Sicari, si apprezza innanzitutto per la completezza, la scorrevolezza e la capacità di farci entrare nel mondo spirituale e nella vita quotidiana di questo grande personaggio all’interno di un grande affresco d’ambiente. Non è un’agiografia in senso proprio, perché evita i toni favolistici che molti altri libri hanno usato, anche acriticamente, per raccontare Giovanni. Iannaccone cerca invece di ancorarci alla verità di questo grande personaggio, sottolineandone spesso il mistero, senza evitare anche le crudezze, i tradimenti che subì anche da parte dei suoi confratelli che alla fine lo spogliarono di ogni carica e lo misero da parte “come uno straccio”.
Benché sia notte è una biografia rigorosamente storica, si diceva, ma con un notevole andamento narrativo, come sono le migliori biografie. Si raccontano fatti, pensieri, personaggi, idee senza inventare, vagliando e confrontando, allargando lo sguardo all’ambiente politico, sociale e religioso. Vita di un santo, certo, un santo fondatore che collaborò a lungo con santa Teresa d’Avila (1515-1582) nella riforma del Carmelo, un ordine decaduto ma ancora ricco. La collaborazione straordinaria e intelligente fra Teresa e Giovanni fece nascere il cosiddetto Carmelo Descalzo, ovvero “scalzo”, così detto dal calzare semplice usato dai frati riformati in contrapposizione con le calzature confortevoli dei frati carmelitani “classici”. È anche la vita di un uomo povero, che con il suo ingegno riuscì a farsi notare, a diventare professore di Teologia, a coltivare la poesia e a trovarsi, assieme a Teresa, in un processo di riforma e fondazioni, portate avanti tra mille difficoltà, nella Spagna imperiale della seconda metà del Cinquecento.
Il libro inizia con la narrazione di una fuga rocambolesca di Giovanni dal grande monastero di Toledo nel quale era stato rinchiuso per quasi un anno, in un bugigattolo, nel buio più assoluto. Lì fu incarcerato per la sua riforma da frati ostili al cambiamento. Da lì fuggì, annodando dei lenzuoli, in una notte buissima, scendendo per 50 metri e poi lanciandosi, fiduciosamente, nel momento in cui la corda era finita, nella tenebra, la noche. Lo straordinario, incalzante racconto della vita di Giovanni è intrecciato alla sua poesia perché lui stesso diceva che degli episodi estatici e mistici nei quelli frequentemente cadeva poteva riferire solamente in versi. Non ne scrisse moltissimi ma i migliori sono divenuti classici della poesia spagnola, tanto originali quanto collegati alla tradizione poetica precedente, di derivazione italiana.
La notte, l’acqua, la fiamma, il vento, la fonte sono i nuclei della sua grande poesia, destinata alla direzione spirituale e al canto: Salita al monte Carmelo, La notte oscura, Fiamma d’amor viva, Benchè sia notte, Il pastorello e altri… Mario Arturo Iannaccone, scrittore e storico, si è occupato della storia religiosa dei Paesi di lingua spagnola in altri due libri Cristiada (2013) e Persecuzione (2015).