Una colomba ironica
Ponendo la mente al mistero del Natale, alla nascita del “re della pace”, il bambino di Betlemme festeggiato da una moltitudine di angeli con l’augurio di “pace sulla terra a tutti gli uomini che Egli ama” (cfr. Lc 2,14), ci soffermiamo un attimo su due parola della nostra basilica, che troviamo tra le zampe di due colombe. PAX TECUM, PAX TECUM: la pace con te! La scena si ripete specularmente due volte, allo spigolo destro e sinistro esterno della bussola d’entrata, sopra le due acquasantiere che ricordano ai fedeli il loro battesimo. Un angelo, probabilmente l’arcangelo Michele o un altro angelo al suo servizio, è sul punto di infilzare con una lancia il dragone del male, simbolo del diavolo, mentre lo sovrasta domandolo con i suoi piedi calzati. Una colomba, con un ramoscello d’ulivo e delle tenere zampette, soprattutto se confrontate con gli artigli del diavolo, tiene a bada la bestia ed augura la pace.
La scena è drammatica (quante volte nella nostra vita abbiamo lottato contro l’accusatore ed il tentatore desiderando la pace di Dio, che scende a noi portata da una soave colomba!) e l’effetto è fortemente ironico: una colombina ferma e sconfigge il dragone augurandogli una pace che mai egli potrà avere, per quello che noi capiamo del mistero del peccato dell’angelo. A noi invece essa è data, proprio come frutto di quella vittoria divina, angelica ed umana sul grande nemico.
p. Giacomo Gubert ocd