«Qual è la via che vuoi insegnare alle anime?» chiese Madre Agnese alla sorella sul letto di morte.
E lei rispose: «E’ il cammino della fiducia e del totale abbandono».
Betlemme: prima tappa della Piccola Via
«Farsi piccoli vuol dire riconoscere il proprio nulla,
tutto aspettare da Dio …
non cercare ricchezze, non inquietarsi di nulla …
non attribuire a se stessi le virtù che si praticano».
(da “Consigli e Ricordi”)
Se noi potessimo stringere tra le braccia il Bambino di Betlemme, come ci sarebbe più facile comprendere Dio, il suo amore e la sua volontà nei nostri riguardi.
Teresa l’ha intuito: il suo cammino di santità partì da lì, dalla capanna di Betlemme.
Non c’è un fanciullo in quella mangiatoia? Dio non ha scelto di farsi bambino per venirci incontro?
Ebbene, Teresa seguirà lo stesso cammino: ha compreso che per incontrare un Dio Bambino non c ‘è altra strada che farsi piccoli.
Non ricordavamo più le parole di Cristo: «Se non vi farete piccoli … non entrerete nel regno dei cieli»?
Sulla terra c’è sempre un po’ di luce
«La mia vita è fatta tutta di confidenza e di amore
e non capisco le anime
che hanno paura d’un così tenero Amico».
(lettera a P. Roulland, 9.5.1897)
Diventare bambini: liberarsi da tutte le incrostazioni, da tutto ciò che ci rende meno spontanei, più calcolatori, egoisti.
Non chiudere gli occhi davanti alle difficoltà della vita, ma guardare la vita con altri occhi.
Ridiventare capaci di fiducia, d’apertura, di Amore.
L’amore dei bambini è senza condizioni come quello di Dio.
Solo lo sguardo puro d’un bambino può intuire che sulla terra –nonostante ogni oscurità- c’è sempre un po’ di luce che scende dal cielo: ciò basta per poter sperare contro ogni possibile delusione.
L’amore: unico mezzo per giungere alla perfezione
«Io non conosco altro mezzo per giungere alla perfezione
fuorché l’Amore …
Amare!
È per questo che è fatto il nostro cuore».
(lettera a M. Guérin, luglio 1890)
A volte, dopo aver accolto l’invito evangelico, può nascere in cuore la paura d’esser rimasti soli, come bambini sperduti nel vortice di uomini che parlano un altro linguaggio: quello del successo, dell’interesse, dell’egoismo.
Ma il bene crea dei legami più forti di quelli del male.
Coloro che hanno scelto Cristo formano l’immensa famiglia dei Santi, unita per l’eternità: in cielo e in terra.
Accettare le spine
«Il vero amore si nutre di sacrifici,
e più l’anima rifiuta a sé le soddisfazioni naturali,
più la sua tenerezza diventa forte e disinteressata».
(da “Consigli e Ricordi”)
La piccola anima però sa che non le sono richiesti grandi sacrifici, né situazioni difficili o eroiche: c’è tanto bisogno di piccoli atti d’amore nella vita! Per cogliere e offrire una rosa bisogna spesso accettare di pungersi alle spine: questo è Amore. A volte scegliamo una vita spoglia e gelida solo per evitare delle punture e così pian piano il cuore diventa amaro e siamo vecchi e stanchi: l’infanzia spirituale non è durata!
Gettare fiori a Gesù
«Non vi è che una cosa sola da fare quaggiù: gettare a Gesù i fiori dei piccoli sacrifici e prenderlo con le carezze» (da “Novissima Verba”)
Un altro pericolo per l’anima-fanciulla è raccogliere dei fiori, ammassare dei piccoli tesori e poi tenerli per sé, oppure rammaricarsi di doverli distribuire così, semplicemente, senza che gli altri li apprezzino, accettando che li sciupino o addirittura li esigano senza accorgersi di quanto costino.
Ma essere bambini vuol dire non essere capaci di riflettere sul dare e sull’avere.
Vuol dire scorgere negli altri l’aspetto più bello solo perché anche il volto più deforme nasconde sempre i lineamenti di Cristo!
La debolezza come forza
«E’ la sua debolezza che costituisce tutta la sua forza.
Non potrei spezzarmi mai perché,
qualunque cosa mi accada,
non voglio veder altro che la dolce mano del mio Gesù».
(Lettera a M. Agnese di Gesù, maggio 1889)
Non occorrerà restare ad occhi asciutti, come se Lui volesse a tutti i costi essere il Dio degli eroi.
La piccola anima a volte piange e si dispera, proprio come una bambina qualunque che ha il cuore grosso perché la vita è più grande di lei.
Basterà solo sapere come piangere: abbracciata a Lui, come si fa con un papà buono che magari non dirà nulla, ma saprà capire.
Allora non sarà più un pianto triste: solo uno sfogo che fa bene al cuore e lo purifica.
Il vero male non è cadere
«Il Signore vede la nostra fragilità
e si ricorda
che non siamo che polvere».
(Salmo 102, 14)
Si può cadere nella vita: aver fatto un passo di troppo, dove la terra non è più buona.
Il vero male però non è cadere: è lasciare andare la Sua mano, non voler rialzarsi più, inorgoglirsi nei propri piccoli o grandi insuccessi.
Una mano tesa indica sempre un cuore proteso a rinnovarsi, una volontà disposta a riconoscere l’errore.
Così è già salvezza, è già ricordare che sotto la croce, Gesù per tre volte è caduto e per tre volte ci ha insegnato che rialzarsi è duro, ma necessario.
Abituarsi all’amore
«Non si può ai abbastanza confidare in Dio
che è tanto potente e misericordioso.
Si ottiene da Lui appunto ciò che da Lui si spera».
(da “Novissima Verba”)
Abituarsi all’amore, ci aiuterà a sentirci fanciulli davanti a Dio: portati da Lui.
Ad un tratto ci s’accorge che tutto è diventato più facile, gli ostacoli sembrano scomparire e il cammino sembra diventato così sereno!
Cos’è accaduto?
Soltanto questo: si è giunti ad amare Dio fino al punto di lasciarLo agire.
“Senza di me, non potete far nulla” ha detto Gesù: l’anima ora esperimenta il “tutto” che può realizzare tra le braccia di Cristo.
La delicatezza di Maria
«Quando il diavolo è riuscito ad allontanare
un’anima dalla Santa Comunione,
ha raggiunto il suo scopo …
E Gesù piange!».
(Lettera a Maria Guérin, 30.05.1889)
Non c’è più paura, quindi, nella piccola anima che s’accosta al suo Dio: non c’è più indegnità alcuna.
Ricevere l’Eucarestia, accostarsi al Mistero, è per lei come una gentile cerimonia nuziale: l’incontro è preparato dalle mani esperte e gentili di Maria.
È come essere inseriti nella buona famiglia di Nazareth, dove non contano più i nostri abiti a brandelli, ma la delicatezza di Maria che sa come rivestirci per presentarci al suo Gesù.
Il Pane deve essere dato
«Da lontano pare tutto rosa far del bene alle anime …
da vicino, è tutto il contrario, la tinta rosa è scomparsa,
si sente che fare del bene è tanto impossibile
senza il soccorso del Signore,
quanto far brillare il sole in piena notte».
(Man. C)
Il pane ricevuto nell’Eucarestia non può essere gelosamente trattenuto nel proprio cuore: deve essere distribuito.
Anche la piccola anima è responsabile d’altre anime che attendono da Lei forse una parola, un insegnamento, una protezione, una guida.
Come il divino Maestro, ha pensa perché c’è sempre qualche pecorella che si smarrisce e non trova la porta dell’ovile e non vuole ascoltare il richiamo.
Ma restando unita a Lui, il Buon Pastore, non avrà riposo finchè anche qull’unica smarrito non venga salvata.
L’Ascensore divino
«Dice il Signore: “Io sono la Via …”».
(Vangelo di Gv, 14,6)
Sarà davvero un sorriso che rapisce la piccola anima.
Ad un tratto quelle parole evangeliche di Cristo: «Io sono la Via», assumono tutta la loro evidenza affascinante.
Ci si sente sollevati da Dio, quasi che lo stesso Gesù ci alzi tra le braccia, per decidere e facilitare gli ultimi passi.
Era così lunga e spesso faticosa la strada!
All’improvviso l’anima sente che Qualcuno le è talmente vicino da identificarsi con lei. E la propria morte è la stessa di quella redentrice di Cristo.
I fanciulli non si dannano
«I fanciulli non si dannano».
(da “Consigli e Ricordi”)
Perciò i fanciulli non si dannano.
Non si dannano perché l’unica loro caratteristica è quell’apertura di cuore che impedisce l’indurimento e il rifiuto.
Non si dannano perché la loro fiducia è tale da superare qualsiasi abisso.
Non si dannano perché portano nelle loro mani innocenti tutto il sangue di Cristo innocente.
Non si dannano perché invocano con la loro stessa esistenza la maternità di Maria.
Non si dannano perché a un bambino Dio può aprire sempre le braccia.
Testi e illustrazioni tratti da “La Piccola Via dell’Infanzia Spirituale”
Santuario di S. Teresa di Gesù Bambino – Verona