Padre Ángel Rossi, nel suo libro Teresa de Lisieux: la mimada, la misionada, la doctora, parla delle tre tattiche che Santa Teresina usa per vincere la tentazione:
– mostrare il volto al male, o affrontandolo direttamente con la verità o dando le spalle alla tentazione, “ucciderlo con l’indifferenza”.
– andare direttamente da Gesù e dirgli quello che si sta passando, e forse ricorrere anche a qualcuno che abbia più esperienza spirituale di noi per raccontare le cose, ma soprattutto rendere la tentazione un oggetto di preghiera.
– offrire, riparare attraverso quello che si sta vivendo con dolore, per gli altri.
Su questa terza tattica, quella dell’offerta, padre Rossi dice: “Ci fa bene sapere che mentre soffriamo forse vicino a noi o molto lontano ci sono altre persone che stanno soffrendo lo stesso, o ancor di più. Sapere che il nostro dolore di ora può essere fecondo in un ambito che neanche immaginiamo, per via della comunione dei santi”.
La mia preghiera di oggi, la mia sofferenza di oggi è come un seme che prendo e ho il coraggio di gettare in aria, confidando nel fatto che i venti dello Spirito lo porteranno dove Egli ritiene sia più conveniente, e lì germinerà e darà frutto, un frutto che forse non vedremo mai durante la nostra vita terrena, ma vedremo in cielo, dove parte della gioia sarà quando il Signore ci presenterà quelle persone delle quali ci siamo presi misteriosamente cura con la nostra preghiera o la nostra offerta, e soprattutto quando ci presenterà quelle a cui dobbiamo il miracolo di credere. Il Signore, oltre all’abbraccio che speriamo di ricevere da Lui, ci chiamerà e ci dirà: “Sei in Cielo per quella vecchietta che ha offerto il suo dolore, per quel bambino che recitava ogni sera un Padre Nostro”. “Ah, ma io non li conosco”. “E questo cosa c’entra?”, ci dirà il Signore. E così ci presenterà persone che non abbiamo mai visto, o forse al contrario incontreremo gente che era così vicina a noi che non ci siamo nemmeno resi conto di quanto si prendeva cura di noi “invisibilmente”, con il suo amore o il suo dolore offerto.