Le acque del Giordano scorrono fino a noi

Fin dove arrivano le acque del fiume Giordano? Lente e sinuose come quelle di un vecchio serpente troppo stanco, non avrebbero la capacità di sussultare e zampillare e finirebbero ancora a riversarsi nella grande salina del Mar Morto.

Invece quelle acque sono state toccate dal guizzo di un fulmine. Una corrente di vita le ha pervase e nuovamente agitate e hanno percorso i sentieri della storia. La voce del Padre ha identificato in un uomo il suo Figlio Unigenito, il volo dello Spirito ha fatto vibrare un’aria che non si è più placata. Il fiume è andato a fluire dentro altre sponde: Pietro e gli altri undici battezzano nel giorno di Pentecoste, il diacono Filippo e lo straniero etiope, ancora Pietro e il romano Cornelio con la sua famiglia, attraversando secoli di persecuzione e secoli barbari, formando personalità ben robuste nella fede e labili cristiani che cedono di fronte alla paura, come i ‘lapsi’ della costa africana al tempo del vescovo Cipriano.

Il fiume si è disteso in placide pianure distese, che hanno avvolto popoli e nazioni, ed è ripreso a saltellare nella vita dei missionari d’Oriente e d’Occidente, fino alla Santa Russia, fino alla Cina e al Vietnam, arrossandosi del sangue di nuovi martiri e fiorendo fino al cielo. Amici missionari raccontano di giovani che domandano il Battesimo e seguono Gesù con la vita intera fino all’Australia e alla Papua Nuova Guinea, mentre le scuole cattoliche bonificano il terreno sul quale sorgono nuove forme di umanità. Persino le nostre strade sono percorse da preti e suore che vengono da un altro mondo e fanno nuovo il vecchio mondo occidentale.

La novità è ancora tra noi. In quella tessitura di fede che non abbandona il cuore del popolo e lo fa vibrare nell’occasione di un nuovo incontro. Quando si presenta un santo che annuncia e vive Cristo, quando un carisma risveglia una landa addormentata, quando una comunità riannoda i fili della carità e accoglie i deboli, pranza con loro e li ascolta, come una mamma e un papà che si mettono in ascolto dei loro piccoli.

Sarà vero forse che il battesimo viene celebrato per pura convenzione in tante famiglie e comunità cristiane. Certo è che l’azione di Dio non è convenzionale. Dio non si abitua e non cade sotto i colpi della ripetizione. Papà e mamma non comunicano ai figli appena il patrimonio genetico. Attraverso di loro passa la vita di Dio, diventata umana nel figlio Gesù: viene aperta la strada verso la felicità finalmente compiuta e vera, più forte di ogni male e di ogni morte. Ragazzi e bambini risorgono con occhio nuovo. In qualche luogo li ritrovi al sabato sera o la domenica mattina attorno all’altare. Rinnovano l’umanità con la grazia dello Spirito Santo che rinnova la terra. A partire da un punto – che pare perduto nell’universo – come il primo fiume Giordano, che non si è inaridito per la potenza della sorgente che continua a scorrere.

 

Angelo Busetto

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