I graffiti dipinti sul muro di separazione, pieni di messaggi politici o sociali, sono da sempre una forma di protesta nei confronti delle misure ingiuste dello Stato di Israele. L’icona comparsa sul muro di cemento, alto ben otto metri, nei paraggi del monastero dell’Emmanuel a Betlemme, con la sua bellezza, mette evidenza la difficoltà delle comunità ad amarsi le une le altre.
Dipinta sulla proposta di alcuni fedeli locali e stranieri, l’icona di “Nostra Signora che fa cadere i muri” è stata scritta sul muro di separazione tra Betlemme e Gerusalemme nel 2010. L’idea è molto chiara: creare una icona che esprima la speranza di vedere un giorno cadere il muro.
Papa Benedetto XVI ha offerto l’ispirazione all’origine dell’icona
L’iconografo Ian Knowles, autore dell’opera, si è ispirato a un discorso che papa Benedetto ha tenuto davanti a una assemblea speciale per il Medio Oriente e il Sinodo dei vescovi nel 2010. In occasione di questa assemblea, il Papa ha citato il capitolo dodici dell’Apocalisse che mostra una donna vestita di sole nell’atto di partorire con un grido di dolore. Ian Knowles ha interpretato questo capitolo come una profezia della sofferenza dei cristiani in Medio Oriente: “Ho immaginato la figura di Maria, incinta, vestita di sole, inseguita da una bestia che vuole divorare il suo bambino”.
Prima della visita di papa Francesco in Terra Santa, sul muro che precede l’icona, dei graffiti hanno rappresentato un lungo serpente che divora dei bambini: è davvero profetico vedere questo serpente vicino all’immagine di Nostra Signora. Anche nell’Apocalisse la donna è inseguita dalla bestia che vuole divorare il suol bambino – spiega Ian – una volta ultimata l’immagine è come se essa cacciasse la bruttezza del muro”.
“Nell’icona della Madonna – continua Ian Knowles – possiamo vedere la mano della Vergine che si tocca la testa, come se un grande dolore le riempisse il capo. La sofferenza dei cristiani è accolta dal cuore materno di Maria. Il suo rapporto coi cristiani di qui è quello di una madre che soffre. Altro elemento importante dell’immagine: il braccio e il mantello sono tenuti aperti, come luogo di rifugio e sicurezza.
Il muro di separazione, una violazione dei diritti fondamentali dell’uomo
Circa l’85% del muro di separazione è costruito in Cisgiordania. Il muro non tiene conto del diritto internazionale e, tutt’oggi, continua ad annettere terreni fertili per l’espansione delle colonie, privando i cittadini palestinesi dei più elementari diritti, tra cui la libertà di movimento.
Se si considera la storia, in seguito alla rivolta di Bar Kokhba, l’imperatore Adriano proibì agli ebrei di vivere e perfino di entrare a Gerusalemme. Nella sua Storia Ecclesiastica, Eusebio di Cesarea scriveva: “ai nostri giorni, a tutta la nazione è proibito tornare nel paese e a Gerusalemme per decreto di Adriano. Secondo l’ordine dell’imperatore, gli ebrei non possono vedere la terra dei loro padri nemmeno da lontano. Solamente per il 9 del mese di Av, secondo il loro calendario, gli ebrei sono autorizzati a entrare a Gerusalemme per piangere la prima e la seconda distruzione del Tempio”.
Se si considera da vicino questo decreto, tra l’interdizione dell’imperatore antico e gli effetti del muro di separazione, si scorgono somiglianze nella vita dei palestinesi. Ai cristiani residenti in Palestina vengono accordati permessi di passaggio verso Gerusalemme solo in occasione delle grandi feste di Natale e Pasqua. Più difficile ancora la situazione dei cristiani di Gaza.
O Madre di Dio, apri nei nostri cuori le porte della speranza!
In mezzo alle guerre, ai conflitti che tormentano il Medio Oriente, i territori palestinesi e Israele, la resistenza, che usa l’umanità come ancora, è un diritto e una responsabilità per coloro che cercano una soluzione alternativa. “Attraverso l’arte cristiana viene mostrata l’umanità con una vera bellezza e grazia – termina Ian Knowles – la resistenza nell’icona di Nostra Signora ne è l’esempio. Una bellezza che contrasta con la bruttezza e l’orrore di questo muro”.
La speranza di chi ha chiesto questa opera è quella di vedere la Madre di Dio condividere il dolore di coloro che soffrono. Speranza però non significa accettare e rassegnarsi all’oppressione, ma piuttosto resistere per credere in un avvenire migliore e tranquillo.
Preghiera a Nostra Signora che fa cadere i muri
Santa Madre di Dio
Ti invochiamo come Madre della Chiesa
Madre di tutti i cristiani che soffrono.
Ti supplichiamo, per la tua ardente intercessione,
di far cadere questo muro,
i muri dei nostri cuori,
e tutti i muri che generano odio, violenza, paura e indifferenza,
tra gli uomini e i popoli.
Tu, il cui Fiat ha schiacciato l’antico serpente,
raccoglici e tienici uniti sotto il tuo mantello verginale,
proteggici da ogni male,
e apri per sempre nelle nostre vite la porta della Speranza.
Fa nascere in noi e nel mondo intero,
la civiltà dell’Amore scaturita dalla Croce e dalla Resurrezione del tuo Divin Figlio,
Gesù Cristo, nostro Salvatore,
che vive e regna nei secoli dei secoli.