Ogni fatica è vana senza il Signore

Se il Signore non costruisce la casa,
invano si affaticano i costruttori.
Se il Signore non vigila sulla città,
invano veglia la sentinella.

Invano vi alzate di buon mattino
e tardi andate a riposare,
voi che mangiate un pane di fatica:
al suo prediletto egli lo darà nel sonno.

Ecco, eredità del Signore sono i figli,
è sua ricompensa il frutto del grembo.

Come frecce in mano a un guerriero
sono i figli avuti in giovinezza.

Beato l’uomo che ne ha piena la faretra:
non dovrà vergognarsi quando verrà alla porta
a trattare con i propri nemici. (Salmo 127)

 

Commento

Il salmo ammonisce che senza il Signore non è possibile la sicurezza e il benessere: “Se il Signore non costruisce…”.
Si costruiscono case, le mura delle città sono custodite da armati, ferve il lavoro nei campi, ma manca un vivo orientamento a Dio.
Si lavora intensamente, con affanno, per avere ricchezza, ma Dio ne darebbe senza tutto quell’affannarsi, se si fosse uniti a lui: “Al suo prediletto egli lo darà nel sonno”.
L’affanno per la ricchezza porta a diminuire il tempo dato ai figli per formarli. Essi sono dono di Dio, e perciò dono che va amato, rispettato, accudito, fatto fiorire. “I figli avuti in giovinezza” il padre li può formare, unitamente alla madre, con tutto se stesso, con la piena vivacità delle sue forze, e si troverà ad essere giovane coi figli giovani, senza pesante salto d’età.
I figli avuti nella giovinezza sono la sicurezza del padre: “Non dovrà vergognarsi quando verrà alla porta a trattare con i propri nemici”. I “propri nemici” non potranno sgretolarne il morale facendolo sentire solo, senza appoggio, e chi lo attacca non potrà rimproveralo di non avere saputo dare vigore, forza, ideale, ai propri figli.
Il salmo a noi uomini del terzo millennio ci dice che i figli sono dono di Dio, sono un talento che va fatto fruttificare con ogni cura. I figli non basta vestirli, scaldarli, nutrirli e mandarli a scuola, per poi parcheggiarli davanti al televisore e ai giochi.

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