Là dove il cuore è colpito.
Lungo la navata della Basilica si aprono otto arcate di altrettante cappelle: addentrandosi nello spazio sacro il pellegrino trova a destra l’altare di sant’Antonio e a sinistra la cappella del battistero (già cappella di santa Teresa di G. B.); poi la cappella di santa Teresa a destra e l’altare del Sacro Cuore a sinistra; quindi l’altare della Riforma carmelitana a destra e l’altare della Madonna del Carmine a sinistra; infine l’Altare di Gesù Bambino a destra e l’altare del Crocifisso a sinistra.
Ogni cappella o altare ha una storia a sé, che non vogliamo qui ripercorrere, ed è legato ad una specifica devozione carmelitana, teresiana o regionale o ad un esigenza funzionale, come lo era la cappella del Battistero: a differenza della Cripta della Basilica di Lisieux, dove gli altari laterali sono tutti strettamente legati a devozioni vissute da Teresa Martin stessa, nel nostro santuario fu dato spazio ad una diversità di devozione cristiane.
Criterio unificatore, più profondo ancora, è il significato di queste aperture: gli otto altari e cappelle sono altrettanti angoli visuali sull’unico Mistero di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, otto modi diversi in cui il cuore cristiano è ferito. Ogni diversa prospettiva è commentata da una scritta in latino, inscritta in un cartiglio sostenuto da due angeli ed alternativamente accompagnata da altri due, posta in corrispondenza dell’architrave di ogni arcata.
La prima scritta, riferita all’altare di sant’Antonio, è MIRACULORUM MIRACULUM (miracolo dei miracoli), forse ad indicare la carità, il miracolo tra tutti i miracoli, virtù che contraddistingue sant’Antonio, sant’Alberto di Sicilia e san Gaetano da Thiene.
A sinistra, sopra la cappella del Battistero, ritroviamo la ben nota “profezia” di Teresa PLUVIAM ROSARUM EFFUNDAM (farò cadere una pioggia di rose), a memoria della prima collocazione dell’altare delle reliquie della Santa delle rose.
In corrispondenza dell’attuale cappella di s. Teresa, troviamo la scritta PATI ET CONTEMNI PRO TE (soffrire ed essere disprezzato per te), la risposta che san Giovanni della Croce diede al Crocifisso che gli domandava che cosa desiderasse ricevere in premio per il bene compiuto.
A sinistra, l’invocazione COR JESU S. MISERERE NOBIS (Cuore Santissimo di Gesù, abbi pietà di noi), introduce appropriatamente all’altare del Sacro Cuore.
L’altare della Riforma carmelitana è altrettanto propriamente titolato con la frase d’amore di santa Teresa di Gesù, madre degli spirituali, AUT PATI AUT MORI (o patire o morire).
Sul lato sinistro, troviamo ancora una invocazione, rivolta a Maria, Decoro del Carmelo: DECOR CARMELI ORA PRO NOBIS (Decoro del Carmelo, prega per noi).
Un’altra frase ricorrente nella nostra Basilica corona infine l’altare di Gesù Bambino di Praga: chi si umilia sarà esaltato (QUI SE HUMILIAT EXALTABITUR) ovvero solo chi è come questo Bambino potrà entrare nel Regno dei Cieli.
Sopra l’altare del Crocifisso ecco un’esclamazione: guardate genti, guardate fedeli questa santa Croce: così Dio ha voluto amare il mondo! (SIC DEUS DILEXIT MUNDUM).
Possiamo ora ripercorrere le otto scritte, espressione di otto diversi modi di guardare al Mistero di Dio: l’amore per i poveri di Cristo, la fiducia nella sua Provvidenza, la disponibilità a condividere sino in fondo la sorte del suo Figlio Gesù, la tenerezza per il suo Cuore ferito, il desiderio di stare per sempre con Lui, in Cielo, l’accoglienza materna di Maria, il mistero dell’infanzia ed il mistero della Croce. Nonostante tutte le modifiche apportate negli anni agli altari e cappelle laterali, si può dunque riconoscere una chiara direzione verso l’Infanzia e la Passione che conduce il pellegrino a questi due grandi misteri che affascinarono suor Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo.
p. Giacomo Gubert ocd