“Pregare è lottare, e lasciare che anche lo Spirito Santo preghi in noi”. Il Papa ha ricordato il valore della preghiera nella messa a san Pietro per la proclamazione di sette nuovi santi. Pregare dunque, “non per vincere la guerra, ma per vincere la pace!”.
Il martirio, la vicinanza ai poveri e agli ammalati. E’ questo il carattere comune che unisce i sette nuovi santi proclamati da Francesco. Martiri durante le rivoluzioni messicana e francese, oppure sacerdoti che in America Latina e in Italia hanno assistito gli emarginati e i lavoratori sottopagati, una suora francese che nonostante anche lei fosse ammalata decise di rimanere fino all’ultimo vicina a chi sofferente. Santi quindi che non solo sono un esempio per la nostra vita quotidiana, ma che soprattutto ci insegnano il valore della preghiera,”non per vincere la guerra – dice il Papa – ma per vincere la pace!”.
“Pregare non è rifugiarsi in un mondo ideale, non è evadere in una falsa quiete egoistica. Al contrario, pregare è lottare, e lasciare che anche lo Spirito Santo preghi in noi – sottolinea il Pontefice – E’ lo Spirito Santo che ci insegna a pregare, che ci guida nella preghiera, che ci fa pregare come figli. I santi sono uomini e donne che entrano fino in fondo nel mistero della preghiera. Uomini e donne che lottano con la preghiera, lasciando pregare e lottare in loro lo Spirito Santo; lottano fino al limite, con tutte le loro forze, e vincono, ma non da soli: il Signore vince in loro e con loro”.
E questi sette testimoni canonizzati “hanno combattuto la buona battaglia della fede e dell’amore con la preghiera. Per questo sono rimasti saldi nella fede, con il cuore generoso e fedele. Per il loro esempio e la loro intercessione, Dio conceda anche a noi di essere uomini e donne di preghiera; di gridare giorno e notte a Dio, senza stancarci; di lasciare che lo Spirito Santo preghi in noi, e di pregare sostenendoci a vicenda per rimanere con le braccia alzate, finché vinca la Divina Misericordia. L’impegno della preghiera richiede di sostenerci l’un l’altro – precisa il Papa – La stanchezza è inevitabile, a volte non ce la facciamo più, ma con il sostegno dei fratelli la nostra preghiera può andare avanti, finché il Signore porti a termine la sua opera”. L’agire cristiano necessita di comportamenti ben precisi: “essere saldi nella preghiera per rimanere saldi nella fede e nella testimonianza”.
Radio Vaticana