Marc card. Ouellet
In questi giorni che precedono il Conclave per l’elezione del successore di papa Benedetto XVI, abbiamo scoperto (cfr. www.kath.net) un particolare interessante sulla vita del card. Marc Ouellet.
Nato in La Motte, (Quebec) Canada, nel 1944 (ha dunque l’età di mio padre) in una famiglia numerosa di otto figli, trascorse l’infanzia e la giovinezza nella natura canadese (lo descrivono come un piccolo Tom Sawyer) tra caccia, pesca, giochi, servizio volontario nei vigli del fuoco (come i miei cugini nonesi) e sport (Hokey su ghiaccio).
Durante la lunga convalescenza dovuta ad incidente sportivo (si ruppe una gamba giocando appunto ad hokey), novello sant’Ignazio, prese in mano un libro (non la “Vita di Gesù” del certosino Landolfo di Sassonia nè le “Vite dei Santi” ma la “Storia di un’anima”), la cui lettura fu decisiva nella sua vocazione sacerdotale.
Dirà ad un sacerdote
“Ho perso la stagione, ma non mi sono fermato. Ero molto attivo, super attivo, iper attivo, e improvvisamente cominciai a pregare e a leggere cose un po’ più spirituali dato che non potevo giocare Ciò fu decisivo per la mia vocazione”.
Né il padre né nessun altro poterono in seguito distoglierlo da questa decisione di seguire radicalmente Gesù Cristo e con la stessa decisione lo sta seguendo sino ad oggi nel servizio alla Chiesa.
Tra i suoi scritti (oltre che il testo di alcune sue meditazioni su Teresa di Lisieux) segnaliamo in particolare la sua “Antropologia trinitaria della famiglia”.