Il beato Ermanno era nato con palatoschisi, paralisi cerebrale e spina bifida, ma aveva anche una mente brillante. Dio usa spesso strumenti deboli per trarne un bene maggiore. È il caso del beato Ermanno di Reichenau (1013-1054). Ebbe un’infanzia estremamente difficile, ma i suoi genitori volevano il meglio per lui. Quando aveva 7 anni riuscirono a inserirlo in un monastero benedettino vicino casa, dove avrebbe potuto essere educato e allevato. Al monastero Ermanno fiorì, e si scoprì rapidamente che se il suo corpo era paralizzato, la sua mente era invece straordinaria. Divenne un esperto di astronomia, teologia, matematica, storia e poesia. Era anche molto portato per l’apprendimento delle lingue, e imparò a parlare in modo fluente arabo, greco e latino. Ancor più notevoli erano il suo atteggiamento gentile e la sua devota vita interiore. Aveva in sé una grande gioia, e malgrado le disabilità fisiche sorrideva sempre. In seguito divenne cieco, e fu allora che iniziò a comporre splendidi inni. Anche se il suo corpo si indeboliva, la mente e il cuore erano infiammati dall’amore per Dio, che lo spinse a creare alcuni degli inni più noti di tutti i tempi.
In particolare, Ermanno compose il popolarissimo Salve Regina e l’Alma Redemptoris Mater. Entrambi gli inni sono stati inseriti nella Liturgia delle Ore, dopo la recita della compieta. Il Salve Regina è anche uno degli inni mariani più famosi della Chiesa. Quando leggiamo o cantiamo questi due inni dopo aver appreso la storia del beato Ermanno li troviamo ancor più straordinari. Si tratta infatti di testi gioiosi pieni d’amore e di devozione, nati dal cuore di un uomo che in vita ha sofferto molto. Tutto questo ci ricorda il potere della fede e come non importino le sofferenze che dobbiamo sopportare, perché si può comunque lodare Dio e ringraziarlo per le meraviglie che ha compiuto per noi.