«L’anno scorso, il Buon Dio mi ha accordato la consolazione di osservare il digiuno della quaresima in tutto il suo rigore; mai io non mi ero sentita così forte, e questa forza si mantenne fino a Pasqua.
Tuttavia il giorno del Venerdì santo, Gesù volle darmi la speranza di andare presto a vederlo in Cielo… Oh! quanto è dolce per me questo ricordo!… Dopo essere rimasta al Sepolcro fino a mezzanotte, rientrai nella nostra cella, ma avevo avuto appena il tempo di posare il capo sul cuscino che sentii come un fiotto di sangue che saliva, saliva gorgogliando fino alle mie labbra. Io non sapevo cosa era, ma pensai che forse stavo per morire e la mia anima era inondata di gioia… Tuttavia poiché la nostra lampada era spenta, io mi dissi che occorreva aspettare la mattina per assicurarmi della mia felicità, perché mi pareva fosse sangue quello che avevo vomitato. La mattina non si fece aspettare molto, svegliandomi, io pensai immediatamente che avevo da imparare qualcosa di lieto e avvicinandomi alla finestra potei constatare che non mi ero sbagliata… Ah! L’anima mia fu riempita di una grande consolazione, ero intimamente persuasa che Gesù nel giorno anniversario della sua morte voleva farmi sentire una prima chiamata. Era come un dolce e lontano mormorio che mi annunciava l’arrivo dello Sposo…».
Santa Teresa di Gesù Bambino, Storia di un’anima, Manoscritto C, 275.