La prima statua di santa Teresa che padre Marie-Bernard realizzò fu chiamata “statua di Teresa seduta”. Per capirla dobbiamo soffermarci sulla postura di Teresa e sul libro che tiene sulle ginocchia.
Per quanto riguarda la figura della Santa è fortemente influenzata da una fotografia di fine 1894 che la ritraeva, nel giardino dal Carmelo di Lisieux, seduta accanto alle sue tre sorelle e a madre Maria di Gongaza. Teresa ha le mani giunte, con le dita intrecciate, poggiate sulle gambe e lo sguardo rivolto un po’ a lato. Il volto di Teresa in questa fotografia fu utilizzato dalla sorella Celina, suor Genoveffa di santa Teresa (del Volto Santo), per realizzare nel 1901 il disegno conosciuto come “ritratto in ovale”.
La figura intera della Santa nella medesima fotografia fu utilizzata in alcuni santini dei primi decenni del ‘900, e probabilmente per questo fu conosciuta e ripresa da padre Marie-Bernard per la sua prima statua di Teresa che era alta solo 35 cm. Dal libro di Pierre Descouvemont (Le père Marie-Bernard, sculpteur de Thérèse, Beauchesne, Paris 2018) sappiamo che Egli vi lavorò lungo quasi tutto l’anno 1918 e terminò per l’inizio del 1919, per presentarla all’altra sorella di Teresa, suor Agnese di Gesù (Paolina), nella ricorrenza del suo onomastico il 21 gennaio. Egli scrisse in una lettera di aver più volte rivisto la testa e il volto della statua, perché voleva che fosse «il più possibile somigliante», anche se ammette di aver dovuto «sacrificare un po’ la verità in favore dell’espressione del viso». Successivamente scolpì della stessa statua diverse copie di diverse altezze fino ad una di grandezza naturale, la quale sarà collocata nel giardino del Carmelo nel 1928, quindi presso il luogo dove fu scattata la fotografia che l’aveva ispirata!
Ma lo “scultore di Teresa”, come si definì più tardi, aggiunge un elemento non presente nella fotografia, cioè un libro posto sulle ginocchia della Santa sotto le sue mani. L’aggiunta riqualifica l’immagine secondo diverse interpretazioni possibili anche negli anni successivi. Il libro può essere identificato infatti, di volta in volta, col libro dei vangeli (con l’intera Bibbia), oppure con Storia di un’anima (e gli altri scritti di Teresa), o con l’insegnamento riguardante la “piccola dottrina” della Santa. In realtà questi tre libri non sono che uno solo, l’unico Vangelo che si esprime in forme diverse nella vita e negli scritti di Teresa. Per questo una “ragazza” di 24 anni ha potuto essere proclamata “Dottore della Chiesa”: perché il Vangelo può essere vissuto e insegnato da tutti, ad ogni età, soprattutto dai piccoli a cui il Padre ha fatto dono della sapienza… la sapienza di Gesù, la sapienza del Vangelo.
Ci sono quindi diversi modi per leggere questa “statua di Teresa seduta con il libro”. Il primo è di vedervi Teresa “Discepola” del Vangelo, l’unico libro insieme all’Imitazione di Cristo dal quale, a suo stesso dire, traeva giovamento. Lo stesso sguardo rivolto a lato sembra suggerire l’atteggiamento della discepola che guarda il suo maestro divino Gesù mentre lo ascolta, e proprio per questo diviene essa stessa maestra, seduta nell’atto di insegnare. Infatti la seconda lettura della statua è di vedervi rappresentata Teresa “Maestra d’infanzia spirituale”. Con questo titolo, una copia di questa statua, opera dello sculture Luca Arrighini di Pietrasanta Ligure, fu collocata nell’atrio di ingresso laterale alla Basilica di Tombetta, prima delle scale che portano al Salone della piccola via, con indicata la ricorrenza: “Nel 50° anniversario del suo ingresso al Carmelo 1888-1938”.
La copia di Arrighini ha alcune modifiche rispetto al’originale: la testa di Teresa è rivolta meno di lato e lo sguardo è quasi diritto verso lo spettatore; è stato aggiunto il rosario alla cintura sul fianco sinistro di Teresa; ci sono in più delle rose ai piedi della Santa e negli intagli dello sgabello. Infine possiamo vedere in questa statua Teresa “Dottore della Chiesa”, titolo conferitole nel 1997, nel 1° centenario della morte, in ragione del fatto che i suoi “ricordi d’infanzia” sono pieni di “pensieri” su come Dio ha manifestato le sue grazie nella sua vita di bambina, giovane e carmelitana e l’ha ricolmata della “scienza divina dell’amore”. Già negli anni ’30 del XX secolo si pensò ad un Dottorato di Teresa, ma per diversi motivi non se ne fece nulla. Il papa Pio XI che l’aveva beatificata, canonizzata e anche proclamata Patrona universale delle missioni era titubante sul titolo di Dottore dato ad una donna e così giovane. L’obiezione avanzata da qualcuno, allora come nel 1997, era che ella aveva scritto solo tre quadernetti sulla propria vita e qualche poesia assai devota. Ma…
La grande questione irrisolta era relativa ai testi originali di tutti i suoi scritti, che all’epoca non erano ancora conosciuti. La prima pubblicazione in fac-simile dei “manoscritti autobiografici”, che furono all’origine di Storia di un’anima dal 1898, avverrà solo nel 1956! Il lavoro per stabilire l’Edizione critica di tutte le opere iniziò con il 1° centenario della nascita di Teresa intorno al 1973 e terminò nel 1992. Solo allora, conoscendo tutti gli scritti e nella loro versione originale, si poteva ri-pensare al Dottorato, e ciò infatti avvenne nel 1997. Col tempo si era capito che anche una donna poteva essere riconosciuta Dottore della Chiesa, e anche così giovane, come era già avvenuto nel 1970 per santa Teresa d’Avila e la più giovane Caterina da Siena.
Partendo dalla lettura del Vangelo che ha sulle ginocchia, col volto rivolto a Gesù suo maestro mentre lo ascolta, Teresa seduta è Maestra e Dottore che canta in eterno le misericordie del Signore nella sua vita per condurre altri lungo la sua “piccola via dell’infanzia spirituale”, che la Santa ha “messo per iscritto” e che continua ad insegnarci.
Padre Ermanno Barucco ocd