Una chiamata: “Rimanere nella Parola”: Cosa significa per noi, oggi? Quando abbiamo intuito la chiamata di Dio al Carmelo, abbiamo intrapreso il cammino attratte da un amore…, un amore che ci ha spinte a “venire e vedere”… e a decidere di rimanere per “un di più” difficilmente narrabile. Passo dopo passo, giorno dopo giorno, la chiamata si attualizza in una risposta sempre più consapevole e matura, una risposta che diviene scelta libera e responsabile. E si sceglie di rimanere nel solco di una Parola scritta e pronunciata da Dio proprio per noi, nei suoi risvolti di sponsalità e appartenenza, di intimità e abbandono confidente, di oblatività e abnegazione.
Rimanere… accettando di non comprendere; essere fedeli quando si scopre che la fedeltà quotidiana porta in seno pieghe di prosaicità. Rimanere …, e fare i conti con un paesaggio interiore non sempre attraente e affascinante. Rimanere e assumere la concretezza della realtà in cui siamo immerse senza rincorrere l’irrealtà…., sposare il limiti di chi siamo e di dove siamo; accogliere in noi con pace quanto ci affatica ad accettare. Rimanere e imparare, a proprie spese, a stare al proprio posto, con responsabilità, con leggerezza, con armonia perché noi non siamo così importanti, o indispensabili…. Rimanere: alimentare la pazienza dei tempi di Dio e rilassarci sulla sua Parola…. Lui ha già fatto tutto.
Rimanere: intraprendere un cammino di verità e di libertà “sostando” nella fragilità…. Spogliarci di tutti quei costrutti che vorrebbero farci sentire “sedute al traguardo”… sicure di noi, consapevoli e “sapienti”… Un cammino nella e con la Parola per riconoscere che in Gesù verità e libertà coincidono. «Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» (Gv 8,32).
Monastero Janua Coeli