L’ultima comunione di Teresa
Chi visita il nostro santuario, una volta giunto nel coro, dietro all’altare maggiore, dove una volta pregavano i frati carmelitani, ammirando i due grandi quadri sulla prime ed ultima comunione di Teresa Martin, posta a lato del Santissimo, come a formare una grande inclusione sulla vita eucaristica della Santa delle rose, legge un invito pressante: “VENI, SPONSA CHRISTI” (VIENI, SPOSA DI CRISTO), cordiale parola che l’angelo rivolge a Teresa gravemente malata. Siamo al 19 agosto 1897, Teresa morirà il 30 settembre seguente.
Questo invito, in cui riecheggia un’antifona del “comune delle vergini” (Veni, Sponsa Christi, accipe coronam, quam tibi Dominus præparavit in æternum – vieni, Sposa di Cristo, ricevi la corona che il Signore ti ha preparato per l’eternità), è rivolta ancora di più a tutta la Chiesa di Dio ed ad ogni anima creata. Tu che ahi raggiunto la fine della tua visita e guardi la parete interna dell’abside, tu che stai guardando ad est, dove sorge il Sole di giustizia, tu che vedi il transito di Teresa da questo alla vita eterna, annuncio presente della tua morte, ascolta e ripeti: “Vieni!”. Desidera ardentemente il tuo compimento in Dio.
Un invito che l’angelo, messaggero dell’Onnipotente, rivolge a Teresa e che noi, ascoltatori della Parola, rivolgiamo allo Sposo divino. Leggiamo allora uno dei versetti finali di tutte le Scritture, che questa parola della nostra Basilica visibilmente interpreta: “Lo Spirito e la sposa dicono: ‘Vieni!’. E chi ascolta ripeta: ‘Vieni!’. Chi ha sete venga; chi vuole attinga gratuitamente l’acqua della vita” (Ap 22,17).
Dal cuore di Teresa, che aveva attinto gratuitamente con abbondanza e generosità l’acqua della vita, sono sgorgate le numerosissime grazie che, dal giorno della sua morte, hanno irrorato i giardini terrestre. Le sue rose scendono proprio come pioggia feconda.
Padre Giacomo Gubert ocd